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giovedì, maggio 07, 2009

AD UN MESE DALLA TRAGEDIA....come prevedevo


fonte: socialDesignZine: inserito da Gianni Sinni

Silenzio. Freddo, pioggia, sole e di nuovo pioggia. Silenzio, sopra ogni cosa.

Siamo solo noi ad aggirarci per queste strade, oggi che è domenica e la gente cerca di scappare via dal freddo e dal fango delle tende intorno a L’Aquila.

Già, perché sembra che la ‘qualità della vita’ non sia un granché, nelle tendopoli. Da quel che ho sperimentato non è esattamente come ‘essere in campeggio’, come ha avuto modo di dire invece un Grande Comunicatore. Delle due l’una: o ci prende per i fondelli, oppure ha frequentato campeggi scadenti.

Entrare in una di queste case non è piacevole né comodo. Guidati dai Vigili (“abbiamo paura come voi, sapete?”) scopriamo la rovina. Un pianoforte coperto di macerie suona ancora, ma il tasto s’incanta e la nota se ne va lunga, nel silenzio (05). Chi avrà la forza di ricostruire queste case come si deve, o si cederà tutto per un tozzo di pane?

Silenzio. Le mani coperte di polvere (“non si vedeva, non sapevamo dove scappare, a piedi nudi; non si respirava, e quel vento maledetto…”) usciamo in strada. Silenzio.

Il silenzio si è già steso su questa città e su decine di altri paesi toccati dal risveglio della Terra e dalle infamie dell’uomo (07). Silenzio sulle case di cartapesta, sui difetti dei soccorsi, sulle promesse sfrontate dei Grandi Comunicatori, profuse a piene mani e già disattese. Guardate le prime pagine dei giornali o i titoli di testa dei notiziari televisivi: l’informazione centralizzata preferisce già la ‘grippe du porc’ (influenza porcina o bufala farmaceutica?) alle disgrazie del terremoto. Il cadavere dell’Aquila non è piú fresco, gli avvoltoi vanno altrove.

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